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martedì 9 ottobre 2007

Scene da un matrimonio


Prima che la memoria perda consistenza voglio raccontare, così come mi suggerisce il cuore, alcuni degli eventi che hanno avuto come perno la celebrazione del nostro matrimonio.

Col desiderio di preservare l'intimità ed il raccoglimento, Maria Luisa ed io abbiamo fatto precisa scelta di limitare il numero degli invitati alla cerimonia. La mia generosa sposa però ha voluto convocare in tempi diversi i numerosi amici, conoscenti e parenti per condividere la gioia di questo momento. Ben conscia dell'alto numero di persone coinvolte, ha cominciato ad organizzare pranzi e cene fin da giugno. Ad alcuni di questi incontri conviviali ho partecipato anch'io. Ad altri la mia presenza è stata solamente spirituale.

L'ultimo di questi festeggiamenti, da noi impropriamente battezzato come addio al celibato, si è tenuto la sera del 6 settembre. Inizialmente ho avuto modo di sentirmi un poco in imbarazzo per non essermi vestito di tutto punto come tanti fra gli invitati. Aveva organizzato tutto Maria Luisa e mi ero fatto l'idea di una cosa più informale. Poi questa sensazione di disagio è sparita. In realtà è stato un vero e proprio assaggio del matrimonio e già quella sera abbiamo cominciato a sperimentare la grazia e la gioia dei giorni successivi. Per forza di cose non c'è stato modo di parlare diffusamente con tutti, ma con alcuni si è potuto toccare anche argomenti meno banali e di circostanza. In seguito ci sono giunte numerose attestazioni di gratitudine per la lietissima serata che ha offerto a molti l'occasione di rivedersi dopo tanto tempo.

Il giorno seguente, vigilia della celebrazione sacramentale, si è aperto per me con la confessione. In quest'incontro con Dio volevo presentare soprattutto la mia riconoscenza e gratitudine per quello che avrei vissuto l'indomani. Invece è stato occasione di qualche lacrima riconoscendo le debolezze di sempre.

Nel pomeriggio sono tornato a trovare il mio barbiere di un tempo. Ultimamente ero solito frequentare le parrucchiere del centro commerciale vicino a dove lavoro. Non c'era stato un motivo importante per questo cambiamento. Probabilmente la possibilità di recarmici durante la pausa pranzo ed il desiderio d'incontrare un volto femminile in quei terribili anni di vedovanza l'hanno avuta vinta su una consuetudine ed amicizia che dura fin dall'infanzia. Ma in agosto, quando sono andato al mare a Roseto con la famiglia, con grande sorpresa ho ritrovato nella nostra stessa pensione proprio il mio barbiere di sempre. Gli annunciai il nostro imminente matrimonio e nessuno dei due spese parole riguardo alle mie defezioni degli ultimi tempi. Fra me pensavo che sarei potuto tornare da lui per farmi sistemare i capelli per il lieto evento. E così è stato. Venerdì pomeriggio mi sono presentato sulla porta del suo negozio ed ho chiesto il solito taglio prenotandomi inoltre per il mattino seguente in modo che mi desse l'ultima sistemata.

La notte della vigilia è trascorsa tranquillamente. Maria Luisa ed io ci siamo sentiti solo telefonicamente sciogliendo le ultime tensioni, dovute ai preparativi, in pensieri di speranza ed augurio di reciproca felicità.

Ed è venuta l'alba dell'8 settembre dopo una notte, almeno per me, di buon riposo. Prima delle 8 mi son recato dal mio barbiere per farmi pettinare i capelli. Non era ancora l'ora, ma il negozio era già aperto. Ho insistito per prenderci un cappuccino al bar lì a fianco, ma contrariamente al mio volere l'ha offerto Ferruccio come compensazione per quel caffè che al mare non siamo mai riusciti a prendere insieme.

Tornato a casa ho sollecitato, probabilmente un po' troppo bruscamente, i ragazzi perché si sbrigassero a vestirsi e poi via in macchina alla volta di Cremona. La cerimonia era fissata per le 11. Brescia non è distante, ma lo sposo non deve farsi aspettare ed io mal celavo una certa impazienza. Raccolto per questioni logistiche anche un nipote, siamo giunti a casa di Maria Luisa con un certo anticipo rispetto all'orario convenuto. Com'è consuetudine, avevamo scelto di non vederci prima della cerimonia. Mentre cominciavo ad indossare l'abito, Alessandra che non sottostava a questa restrizione ed aveva visto la sposa, mi è venuta a dire che Maria Luisa stava benissimo ed era bellissima.

Dopo non molto, terminata la vestizione ed ottenuto il bouquet, con al seguito i figli e mio nipote, sono uscito per andare in chiesa ad attendere i parenti che man mano sarebbero arrivati. La scuola antistante era animata da alcuni studenti di Maria Luisa che sicuramente volevano vedere l'uscita della loro prof.

Alla chiesa c'erano poche persone. Sono entrato un attimo per posare alcuni libretti che avremmo poi utilizzato per la celebrazione del rito. In un angolo appartato scorgo una signora. Mi viene naturale salutarla anche se non la conosco. Le sorrido e lei ricambia il saluto. Esco e mi fermo davanti al portone d'ingresso. Dopo poco quella signora mi si avvicina e quasi sussurrando mi dice che la persona che sto per sposare è una bravissima persona e che lei la conosce bene. Le rispondo che ne sono sicuro, non ho dubbi. Eppure penso a questa conoscente come ad un angelo che voglia farmi coraggio, casomai ce ne fosse bisogno.

Poi man mano mi perdo negli sguardi gioiosi, negli abbracci delicati, nei baci affettuosi dei numerosi amici e parenti, miei e della sposa che via via s'infittiscono. Manca ancora qualche minuto alle 11 e la sposa già arriva in auto condotta dal fratello. Quando Maria Luisa mi sfila davanti nella sua utilitaria di recente acquisto, provo un sussulto e freno a stento la commozione che m'induce alle lacrime. Le vado incontro. Le porgo i fiori e la bacio sulle gote.

Entriamo in chiesa. Io accompagnato dalla mamma di Santina che ha risposto con generosità al mio invito; Maria Luisa a fianco del fratello Federico, perché papà Dario assiste dal cielo.

Il rito inizia e prosegue in pieno raccoglimento come nostro desiderio. L'organo accompagna discreto l'introduzione. Alcuni miei parrocchiani, che con nostra sorpresa hanno deciso di partecipare, allietano col canto ed il suono della chitarra i momenti centrali della messa. Davanti a tutta la comunità abbiamo detto il nostro sì che ci ha uniti per la vita.

All'uscita ci attende un bagno di folla gioiosa e festante, ma mai quanto noi due. Ce ne vuole prima di riuscire a congedare tutti ed avviarci con una cerchia ristretta di parenti ed amici per il pranzo di nozze.

Il pomeriggio passa velocemente in serenità, cercando di dedicare un momento d'attenzione ed un saluto ad ognuno.

Terminato il pranzo, lasciamo l'agriturismo e ci dirigiamo, Maria Luisa ed io soli, verso il cimitero per portare alcuni fiori alla tomba di famiglia e recitare una preghiera per il papà defunto. Poi di nuovo in macchina verso il ricovero dove alloggia mia madre. Le avevo promesso che, se ci sarebbe stato spazio, saremmo andati da lei col vestito di nozze. La malattia non le ha consentito di gioire pienamente per la nostra visita, ma noi abbiamo gradito l'applauso spontaneo e festante degli altri ospiti, che seduti a tavola, hanno tramutato la loro sorpresa in un corale evviva.

Per il viaggio di nozze a Parigi abbiamo aspettato ancora qualche giorno in modo da consentire ad Alessandra di ambientarsi un poco con le novità della scuola superiore. I ragazzi sono stati bravi e se la sono cavata egregiamente anche in nostra assenza.

Ed ora eccoci di nuovo qua. Non tutto il miele è finito ed il segreto è serbarne sempre ancora un poco.

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