Quand'ero adolescente, durante l'estate, fra altri, ho letto il romanzo di Gilbert Cesbron che ha lo stesso titolo di questo trafiletto e che mi era stato consigliato, come lettura per le vacanze, dal professore di italiano del Ginnasio.
Giunto in fondo l'ho passato a mia madre pensando che potesse essere gradito anche a lei. E non mi sbagliavo. Dopo averlo ultimato, me lo ricosegnó tutta commossa, senza tralasciare di scoccarmi uno dei suoi sonori baci, lasciando trapelare qualche lascima che lentamente era scesa sulle sue gote.
Realizzato ieri il dipinto che ho intitolato "Cani abbandonati ci guardano", è stato per me abbastanza spontaneo evocare il ricordo di quei giorni, lassù a Livemmo, nella casa vecchia dei nonni.