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domenica 30 giugno 2013

Indecisione

Mi trovo come fermo ad un bivio e non so quale direzione prendere.

Vorrei parlare di "Amore e necessità" e di come tutta la vita sembri dibattersi fra queste due pulsioni naturali. La prima che spinge al rispetto, al dono, al sacrificio di sé e la seconda che taglia corto con le esigenze di sopravvivenza e coniuga alla perfezione la frase "mors tua vita mea". Lo si vede nella natura o meglio nel regno animale: solo le piante sembrano esserne esenti. I vegetali non hanno bisogno di uccidere per sopravvivere. A loro basta trasformare la materia per trarne linfa vitale. Non è così per la fauna e per l'uomo stesso che ha bisogno di alimentarsi con piante o animali di ogni genere e specie.

D'altra parte mi piacerebbe parlare anche di "Elemosina e dignità" e di come spesso nelle nostre oblazioni dimentichiamo o non vediamo per nulla chi ci sta di fronte e tende la mano. Sentiamo dentro di noi l'impulso a staccarci da ciò che possediamo e farne dono a chi ne ha bisogno, ma il nostro diventa un gesto meccanico che non trasmette umanità. E' un'azione che cala dall'alto e non pone l'altro su un piano di uguaglianza. Vorrei raccontare di come una donna, col suo sorriso, con la sua dolcezza nel domandare, nel cercare da me una parola e non solo dei soldi, sia riuscita a farmi salire di un gradino su quella lunga scala che porta l'uomo ad incontrare l'uomo.

Vorrei parlare un po' più diffusamente di una di queste due cose, ma mi scopro ad essere come l'automobilista indeciso e smarrito che si ferma pericolosamente in prossimità del bivio, proprio lì sotto alla segnaletica stradale ed ha bisogno di un po' di calma per afferrare il senso di quelle indicazioni per poter finalmente imboccare la direzione giusta.


sabato 15 giugno 2013

Fallimento

Ultimamente sembra che io sia attratto dai titoli di una sola parola che invitano a concentrare la riflessione sull'essenza delle cose. Forse sarà anche perché il periodo economico è particolarmente sfavorevole e di debacle aziendali se ne susseguono in continuazione in un turbinio inarrestabile, come un fiume in piena che, dopo aver eroso l'argine, mina inesorabilmente la stabilità delle case che si erigono a fianco lungo il suo corso.

Questa settimana sono rimasto molto colpito da una frase pronunciata in un film dato in tv che poi non ho avuto la pazienza di vedere sino in fondo, vuoi perché abbastanza assonnato, vuoi perché la pellicola non mi sembrava avere eccessivo mordente da tenere completamente desta la mia attenzione. Orbene, in una sequenza si vedeva un islamico parlare a dei giovani ed affermare che il Capitalismo aveva fallito e pure anche il Cristianesimo.

Che il modello economico occidentale non goda più di ottima salute, credo che ne siamo tutti abbastanza consapevoli. Ma che non stia più tanto bene neppure un messaggio che avrebbe la pretesa di essere una parola definitiva nella vita dell'uomo, questo mi ha sorpreso non poco.

Dopo il fallimento delle ideologie di sinistra, sembrava inevitabile il trionfo dell'ultimo credo rimasto: l'affermazione dell'individuo, il successo personale, il trionfo di chi si è fatto da sé e si è elevato in alto sopra tutti così da divenire ben presto modello a cui guardare con invidia pensando vanamente che, se ce l'ha fatta lui, forse potremmo farcela anche noi.

Ma non è stato così. Chi ha denaro sta diventando sempre più potente e chi non lo ha sempre più miserabile. Non solo, nella corsa all'accaparramento, all'accumulo fine a sé stesso, si fanno proseliti sempre più numerosi verso il malaffare, perché tanto è così che va il mondo e se non arraffi tu, lo faranno altri al posto tuo e tu sei uno stupido se non ne approfitti.

Quindi, dal mio punto di vista, non è il Cristianesimo ad aver fallito, ma il trionfo di una filosofia di vita profondamente inumana ed ingiusta ad averne adombrato il valore. Certamente si deve credere ed è in base alla mia fede che posso ritenere immutabile e definitiva una parola di speranza arrivata al cuore dell'uomo ormai più di duemila anni fa.

Come un buon padre che sa dare solo cose buone ai propri figli, non convenite anche voi con me che se noi tutti fossimo figli dello stesso Dio, e lo siamo realmente, Lui non ci avrebbe lasciati soli e ci avrebbe indicato la via? Come una madre che non si dimentica di ciò che ha generato ed è uscito dal suo grembo. Ma se anche vi fosse una madre così sconsiderata, Lui non ci dimentica e si prende cura di noi.

Idee nuove per il futuro, per uscire dalla crisi? Son tutte lì in quei quattro libretti. Basta aprirli e lasciarsi ispirare.