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sabato 30 maggio 2015

Spazio all'immagine

Da un po' di tempo a questa parte ho sempre anteposto una fotografia ad ogni post che andavo pubblicando su queste pagine. Questa volta voglio dare maggior spazio all'immagine, anche se non mi asterrò completamente dall'aggiungere una didascalia oppure un commento per questa passione che ormai è diventata per me quasi una mania.

"Non ci son più i ladri di una volta", verrebbe quasi da dire. Come si può infatti lasciare la propria due ruote completamente incustodita in mezzo alla piazza? Il mio pieno plauso per chi s'è lasciato andare a quest'atto di fiducia nell'onestà altrui.

"Scrivi sulle mie verdi righe". Uno spazio lasciato virtualmente aperto per chi sa apprezzare uno sfondo dal colore distensivo e nel contempo non ama andare storto ed ha bisogno di una traccia evidente per mantenere le proporzioni ed il giusto allineamento della propria grafia.

"Seguire la linea gialla". Per chi ha bisogno di una traccia luminosa ed evidente. Per chi non gradisce di muovere il passo nell'incertezza oppure nel buio. Il cammino e la direzione sono indicati, ma tocca a noi fare il primo passo. Tocca a noi andare incontro alla meta.

"Il punto G". Sì, proprio così. Il punto di convergenza di ogni più recondito desiderio. Il target da raggiungere con spasmodico afflato. Chimera, miraggio? No, semplicemente punto di partenza per un'armonia dei sensi che lascia intravvedere nuovi orizzonti.

"False verità". Ovvero miti da sfatare. Di cattivi consigli ne son piene le piazze. Distruggere è facile. Ma se la pars construens non segue immediatamente alla destruens, le rovine stan lì a testimoniare soltanto l'insana follia.

"Graffiti". Se proprio si deve imbrattare il muro, che sia di variopinti colori per dar sfogo ad una traboccante creatività che esce dall'ombra e regala un momento di luminoso fulgore al distratto viandante per spettinargli di dosso un po' del suo quotidiano grigiore.

"Tutta la vita è una passerella". Ed anche noi ambiamo e vogliamo afferrare i nostri 15 minuti di celebrità. Ma non sempre il trasbordo è verso l'alto. Talvolta ci fa scivolare in basso e trascinare via dalla corrente. Aggrappati forte! Non cedere alle lusinghe dell'effimera fama.

"The wall". C'è come un muro di separazione fra noi e l'alterità. Un valico arduo dove breccia non c'è. Nulla possono le nostre unghie, nulla può abbattere quel diaframma. Solo la mente riesce a dissolvere questa immaginaria barriera che digrada verso l'infinito, dove le line parallelamente convergono in un unico punto.

"La pecora nera". C'è sempre un diverso in mezzo agli altri. Eppure anche lui fa la sua parte, né più né meno di tanti, tutti omologati, tutti inquadrati. Spicca il suo peculiare colore. La nostra attenzione è calamitata ed attratta da tanta rimarchevole diversità che, in fin dei conti, è soltanto mera apparenza.

"Il vestito più bello". Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.

"Balcone fiorito". Che importa se è soltanto il ciglio di una strada, la ringhiera che fiancheggia un marciapiede? Talvolta l'immagine è pura fantasia cosicché uno vede ciò che vuole, anche quando non vuole vedere.

"Cielo e terra in contatto". Come due elettrodi, come due punte che si sfiorano in un intenso scambio di energia che fa scoccare la scintilla fatale. Come la punta di due dita che si protendono l'una verso l'altra, prima d'infondere il soffio vitale.

"Devozione". E per finire questa breve carrellata, e con essa anche il mese di maggio, uno sguardo estatico alla Vergine che accoglie con braccia aperte chi sa stare al suo cospetto con sguardo ammirato ed innocente di bambino.