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lunedì 20 agosto 2012

Il mio nome

Questo scritto trae, per così dire, origine onirica. Stamane, poco prima del risveglio, a onor del vero non proprio mattiniero, stavo sognando questa cosa. Assieme a Maria Luisa mi trovavo in quella che aveva tutta l'aria di un'aula scolastica e nei banchi davanti a noi c'erano alcune persone conosciute ed altre no. Nonostante nella vita reale tocchi a mia moglie il compito di tener lezione, in quel momento ero io a parlare. Il mio discorso partiva dal nome delle persone e con breve argomentazione richiamavo l'attenzione dei presenti sulla comunanza caratteriale di chi si ritrovi nella vita ad essere chiamato allo stesso modo di altri. Proseguendo nel discorso invitavo poi il gruppo di auditori ad esprimersi per alzata di mano indicando quelli fra di loro a cui non piaceva il proprio nome di battesimo. Con mio stupore le mani alzate erano parecchio numerose.

Quando al risveglio ho accennato a mia moglie il proposito di raccontare queste cose sul mio blog, mi ha ricordato che la corrispondenza dei nomi all'essenza delle cose è stato uno degli argomenti della tesina per la maturità di mia figlia Alessandra. Non mi sono ancora preso la briga di leggerla e dovrò colmare al più presto questa lacuna. Magari profittando del fatto che Maria Luisa di certo ne ha una copia nella cartella dei documenti del PC portatile su cui sto scrivendo in questo momento oppure in una delle flash memory che si porta sempre al seguito e che contengono spesso elaborati o prove varie dei suoi studenti.

Il mio nome mi è sempre piaciuto. Fra le tante domande che da piccolo ponevo ai miei genitori c'era anche quella legata alla decisione  su come chiamarmi. Mio padre mi ha ripetuto in più occasioni che in viaggio di nozze si erano recati a Roma e quindi, a motivo di quello, se fosse nato un figlio maschio lo avrebbero chiamato Romano. Non escludo che nell'attribuzione del mio nome possano essere entrate in gioco anche motivazioni inconsce legate ad un ben preciso periodo storico in cui il mio genitore è vissuto. La motivazione esplicita da lui fornita mi basta e tutto sommato la ritengo la ragione principale e fondante della scelta.

Del cognome invece non sono stato altrettanto entusiasta, ma non ne potevo certo fare una colpa a mio padre o a mia madre per la scelta dato che lo ricevevo in dote obbligata. Non che Scuri sia un cognome in sé e per sé brutto, ma a me personalmente da bambino non suonava particolarmente congegnale. Poi col tempo vi ho fatto l'abitudine e trovo che l'accoppiata col nome ne favorisca una certa unicità che in qualche modo illustra uno degli aspetti della mia personalità. Ogni uomo è per definizione unico, ma sapere che al mondo non esiste un altro Romano Scuri sarebbe per me segno di ulteriore distinzione. In realtà non sono sicuro fino in fondo che non esistano altre persone mie omonime. Anni fa, durante uno scambio epistolare tramite mail, un tale mi chiedeva se avevo frequentato l'università a Torino perché gli sembrava di ricordare una persona con il mio identico nome e cognome. Non nego di aver appreso la notizia con un certo dispiacere proprio in ragione di quella singolarità di cui ho appena fatto menzione.

Tornando a riferire riguardo al gradimento del proprio appellativo, rammento che mio fratello Matteo non trovava, almeno in gioventù, altrettanto piacevole il suo bellissimo nome fino a lamentarsi esplicitamente con mia madre per la scelta fatta. Non gli piaceva a tal punto che talvolta aveva utilizzato il suo secondo nome Daniele invece del primo. Anche a Santina non piaceva troppo il nome che le era toccato in sorte per ricordare la prematura morte del nonno Santo deceduto, come lei, prematuramente. Credo però che a Santina dispiacesse maggiormente di non avere sul calendario un giorno preciso dell'anno in cui festeggiare il proprio onomastico e la festività di Ognissanti placava solo in parte il suo senso d'insoddisfazione che perpetuamente si rinnovava puntuale ogni anno.

Oltretutto la cosa era aggravata dal fatto che per me invece vi erano ben due ricorrenze: la prima il 28 di febbraio con San Romano abate e la seconda il 9 di agosto con San Romano martire, anche se ho visto sul calendario di Frate indovino e del Messaggero di sant'Antonio di quest'anno che viene riportato S. Teresa Benedetta della Croce invece del mio. Pazienza, di giorni in un anno ve ne sono soltanto 365 o, al massimo, 366 come per questo, ma di santi per nostra fortuna molti di più e quindi è giusto un certo turn-over per dare un po' di risalto ad ognuno. Nonostante abbia la possibilità di festeggiare l'onomastico per ben due volte, quello a cui tengo, tra virgolette, di più è quello che cade in agosto, forse perché il primo rischia di fare il paio con il compleanno e quindi ragionevolmente passa in second'ordine.

Ed ora, cari genitori, la riflessione finale. Non mi rivolgo tanto a chi lo è già, ma a chi trepida per una nuova nascita in arrivo. So bene di non essere neanche tanto originale perché ciò che sto per dire è stato ribadito ampiamente anche da altri. Tuttavia mi unisco anch'io al coro unanime di tutti quelli che invitano ad effettuare una scelta oculata del nome da dare ai propri figli. Non fatevi incantare troppo dal personaggio televisivo del momento e neppure da appellativi che richiedano di fare ogni volta lo spelling per essere pronunciati correttamente. Non trascurate poi di verificarne l'assonanza o la conformanza con il cognome; esistono in proposito buone regole da seguire e non starò qui a ripeterle dato che per questo potete sfruttare con profitto una ricerca on-line tramite Google.