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giovedì 7 agosto 2008

La malattia mortale



No, non è perché Lazzaro fu risuscitato dai morti che si può dire che questa malattia non è mortale; è perché c'è Lui che questa malattia non è mortale. Infatti, umanamente parlando, la morte è la fine di tutto e, umanamente parlando, c'è speranza soltanto finché c'è vita. Cristianamente intesa, invece, la morte non è affatto la fine di tutto; anch'essa è soltanto un piccolo avvenimento compreso nel tutto che è la vita eterna; e, nel senso cristiano, c'è infinitamente più speranza nella morte che non, parlando in un modo meramente umano, dove c'è non solo la vita, ma una vita in piena salute e forza.
Intesa cristianamente, dunque, neanche la morte è << la malattia mortale >>, e tanto meno ciò che si chiama sofferenza terrestre e temporale: povertà, malattia, miseria, tribolazione, avversità, tormenti, pene dell'anima, lutto, affanno. Anche se una pena fosse tanto grave e tormentosa da far dire a noi uomini o almeno a chi ne soffre: << questo è peggio della morte >>, tutto ciò che, in quanto non è malattia, può essere paragonato ad una malattia, non è, nel senso cristiano, la malattia mortale.

LA MALATTIA MORTALE E' LA DISPERAZIONE

A. Che la disperazione sia la malattia mortale
B. L'universalità di questa malattia (la disperazione)
C. Le forme di questa malattia (la disperazione)

LA DISPERAZIONE E' IL PECCATO

1. Le gradazioni nella consapevolezza del proprio io
2. La definizione socratica del peccato
3. Che il peccato non sia una negazione, ma una posizione

LA CONTINUAZIONE DEL PECCATO

A. Il peccato di disperarsi per il proprio peccato
B. Il peccato di disperare della remissione dei peccati
C. Il peccato di rinunziare al Cristianesimo << modo ponendo >> di dichiararlo falsità

S.A. KIERKEGAARD - La malattia mortale - Club del libro fratelli Melita